Gioco con le pistole
Le carico steso sul suolo inumidito
Dalla mia papitante eccitazione,
Un fucile demente col quale: beng! beng!
Ucciderò metaforicamente la gente!
Vivo con cavalloni indomabili
Che corrono saettanti per tutto il corpo
Andando incontro al suadente gioco della morte;
D’imitazione della vita più reale di questo
Non ho mai visto niente.
Indimenticabile sensazione drogami ancora!
Ti cerco ma il tuo carico è ormai troppo leggero
Volgerò le ricerche su un dolore più lacerante
Salterò nell’aria a decine di metri
Mano nella mano a coetanei ridenti.
Abbiamo trovato finalmente la nostra sanguinante eldorado.
domenica 24 febbraio 2008
SOFTAIR (24/02/2008)
Pubblicato da DISSIDENTE alle 19:22 2 commenti
sabato 23 febbraio 2008
IL BRAVO CANE ACCECATO (22/02/2008)
Poco alla volta le pecore,
Procedendo col loro noioso belare ,
Tornano nel recinto
Sospinte dall'arrogante comandare
Procedendo col loro noioso belare ,
Tornano nel recinto
Sospinte dall'arrogante comandare
Del cagnolino di turno
Che nonostante tutto questo affanno
Non sarà mai
Il padrone di quel recinto,
Il suo pelo è ispido di bramosia,
Ma le sue orecchie sono colme d'assordante remissività.
Le stagioni passano sulle teste
Del nostro smarrito gregge,
I cani si sono susseguiti
Come boriose malattie
Ed ora contiamo le croci piantate nella terra,
Mentre grassi padroni, nascosti,
Deridono il mare gli alberi
E guardano smaniosi il cosmo…
Che nonostante tutto questo affanno
Non sarà mai
Il padrone di quel recinto,
Il suo pelo è ispido di bramosia,
Ma le sue orecchie sono colme d'assordante remissività.
Le stagioni passano sulle teste
Del nostro smarrito gregge,
I cani si sono susseguiti
Come boriose malattie
Ed ora contiamo le croci piantate nella terra,
Mentre grassi padroni, nascosti,
Deridono il mare gli alberi
E guardano smaniosi il cosmo…
Pubblicato da DISSIDENTE alle 02:10 2 commenti
domenica 10 febbraio 2008
SOGNI ( Frammenti di quotidianità )
Sogno di persone morte
Molto più vive di me…
Tutto è cambiato,
Diverso dalle realtà
Propinateci da sempre.
“E’ il sogno che distorce
Tutte le tue certezze
O il contrario?”
Il freddo soffio del vento del nord
Stringe il mio corpo nudo
Tutto m’appare strano.
“E’ lo specchio che ha mutato il pensiero
O sono io che sono cambiato?”
Cresciuto o regredito,
Liberato o uniformato.
Incatenato a questa follia generale
Ho smesso di sognare,
Cercare le risposte da me,
Meglio confondersi nel pensiero comune
Viaggiare per idee digerite da altri
Meno fatica, meno coinvolgimento.
“Chi ancora percorre la Via più dura?
Chi cerca sprazzi di malinconica realtà?”
…Sognavo di persone morte,
Ed anche questa volta
Il requiem non è per me.
Molto più vive di me…
Tutto è cambiato,
Diverso dalle realtà
Propinateci da sempre.
“E’ il sogno che distorce
Tutte le tue certezze
O il contrario?”
Il freddo soffio del vento del nord
Stringe il mio corpo nudo
Tutto m’appare strano.
“E’ lo specchio che ha mutato il pensiero
O sono io che sono cambiato?”
Cresciuto o regredito,
Liberato o uniformato.
Incatenato a questa follia generale
Ho smesso di sognare,
Cercare le risposte da me,
Meglio confondersi nel pensiero comune
Viaggiare per idee digerite da altri
Meno fatica, meno coinvolgimento.
“Chi ancora percorre la Via più dura?
Chi cerca sprazzi di malinconica realtà?”
…Sognavo di persone morte,
Ed anche questa volta
Il requiem non è per me.
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martedì 5 febbraio 2008
MORTE INTERIORE
Mi rinchiudo nei miei pensieri
Perdendomi in mille scuse,
Senza sapere quali siano
Le mie colpe,
Troppo abituato
A chinare il capo,
Evito lo scontro
Per paura delle lacrime
Che procurerebbe ad “altri”.
Baratto, così,
La mia fresca liberta
Ed in cambio ricevo
Un’ arida bugia,
Dove tu non puoi
Essere mia.
Novello Gesù
Porto su di me
Le colpe d’altre vite,
Persone che si scannano
Ed ipocritamente
Non lo riconoscono,
Riversando su me
Le loro frustrazioni.
Castrato e mutilato
Della mia dignità
Barcollo per il mondo,
Troppo confuso per capire
S’è veramente colpa mia
O se io sia solo
Una loro marionetta.
Perdendomi in mille scuse,
Senza sapere quali siano
Le mie colpe,
Troppo abituato
A chinare il capo,
Evito lo scontro
Per paura delle lacrime
Che procurerebbe ad “altri”.
Baratto, così,
La mia fresca liberta
Ed in cambio ricevo
Un’ arida bugia,
Dove tu non puoi
Essere mia.
Novello Gesù
Porto su di me
Le colpe d’altre vite,
Persone che si scannano
Ed ipocritamente
Non lo riconoscono,
Riversando su me
Le loro frustrazioni.
Castrato e mutilato
Della mia dignità
Barcollo per il mondo,
Troppo confuso per capire
S’è veramente colpa mia
O se io sia solo
Una loro marionetta.
Pubblicato da DISSIDENTE alle 20:07 3 commenti
lunedì 4 febbraio 2008
AVANTI MARSC!!! (04/02/2008)
Affretta il passo
Alla svelta destra sinistra,sinistra destra
Gambe come molle
Alla svelta destra sinistra,sinistra destra
Gambe come molle
Scattanti su su su!
Non hai tempo
Non hai più tempo
Hai mai avuto tempo?
La palla che t’han fatto ingoiare
Nascosta nelle pappine
Dentro un bicchiere di vino
Nella nebbia verde che ami,
Sta rotolando sempre più freneticamente
Giù giù sempre più in profondità
Tocca le viscere scoperte
Galleggia nel pantano di sogni
La gente ride e tu…
“Ehi cosa fai non stai al gioco?”
Certo che non è tutto come nei film?!?
L’uomo agogna la gogna per gli altri
Il sadismo è una droga troppo forte
E di masochisti sciocchi
Uff ne siam pieni credimi!
Cristallizza quella goccia di piacere
Che senti scivolare dal tuo al suo corpo,
Liquefa i sogni davanti a lei
Regalandole l’odore acre
Della passione vissuta
E non semplicemente spiata;
Fai quello che si aspettano
Mentre con i calzoni ancora calati
La osservi fremente dal buco della serratura.
Rallenta così adagio, adagio
Ora per un attimo prestabilito da contratto
Guardati godere quel momento…
BEEEEEEEEP si ricomincia!!!
Non hai tempo
Non hai più tempo
Hai mai avuto tempo?
La palla che t’han fatto ingoiare
Nascosta nelle pappine
Dentro un bicchiere di vino
Nella nebbia verde che ami,
Sta rotolando sempre più freneticamente
Giù giù sempre più in profondità
Tocca le viscere scoperte
Galleggia nel pantano di sogni
La gente ride e tu…
“Ehi cosa fai non stai al gioco?”
Certo che non è tutto come nei film?!?
L’uomo agogna la gogna per gli altri
Il sadismo è una droga troppo forte
E di masochisti sciocchi
Uff ne siam pieni credimi!
Cristallizza quella goccia di piacere
Che senti scivolare dal tuo al suo corpo,
Liquefa i sogni davanti a lei
Regalandole l’odore acre
Della passione vissuta
E non semplicemente spiata;
Fai quello che si aspettano
Mentre con i calzoni ancora calati
La osservi fremente dal buco della serratura.
Rallenta così adagio, adagio
Ora per un attimo prestabilito da contratto
Guardati godere quel momento…
BEEEEEEEEP si ricomincia!!!
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domenica 3 febbraio 2008
L’ANZIANO DAI CAPELLI DI COTONE (03/02/2008)
La città è in festa
L’aria si tinge d’elettricità
Tutti i pensieri folli possono
Schizzare furenti d’allegria fuori,
Si spande nell’aria
Come una pandemia
Il meccanico entusiasmo
Che si richiede in certe circostanze.
“Tutto brulica tutto corre
Tutti applaudono al segnale;
Tutto tutto tutto, tutto….”
D’improvviso appare
Sotto il portico, appestato
Di velocità immotivata,
Un curvo piccolo tremolante
Esempio di ciò che saremo.
Col suo sottile bastone
E la saggezza in mostrata sul capo
Si espone, ancora, coraggiosamente
Alle intemperie della vita.
Nessuna orecchia tesa ad ascoltarlo
Solo sguardi fra il compassionevole
Ed il derisorio gli piovano addosso.
Senza una piega
Prosegue la sua ricerca
Vuole solo ritrovare la sua Strada
Persa nel tempo del lavoro
Quando gli obblighi
Erano le sue catene,
Catene pesanti ed oleose d’inganni.
“Sicuro della propria solitudine
Nessuna colla può imprigionarlo
Solo solo solo, solo…”
Un ultimo sguardo,
L’indecisione mi governa
Mentre il cuore è pressato
In una estemporanea catatonia,
Non farò nulla… addio!
L’aria si tinge d’elettricità
Tutti i pensieri folli possono
Schizzare furenti d’allegria fuori,
Si spande nell’aria
Come una pandemia
Il meccanico entusiasmo
Che si richiede in certe circostanze.
“Tutto brulica tutto corre
Tutti applaudono al segnale;
Tutto tutto tutto, tutto….”
D’improvviso appare
Sotto il portico, appestato
Di velocità immotivata,
Un curvo piccolo tremolante
Esempio di ciò che saremo.
Col suo sottile bastone
E la saggezza in mostrata sul capo
Si espone, ancora, coraggiosamente
Alle intemperie della vita.
Nessuna orecchia tesa ad ascoltarlo
Solo sguardi fra il compassionevole
Ed il derisorio gli piovano addosso.
Senza una piega
Prosegue la sua ricerca
Vuole solo ritrovare la sua Strada
Persa nel tempo del lavoro
Quando gli obblighi
Erano le sue catene,
Catene pesanti ed oleose d’inganni.
“Sicuro della propria solitudine
Nessuna colla può imprigionarlo
Solo solo solo, solo…”
Un ultimo sguardo,
L’indecisione mi governa
Mentre il cuore è pressato
In una estemporanea catatonia,
Non farò nulla… addio!
Pubblicato da DISSIDENTE alle 21:57 1 commenti
$OLIDI PRINCIPI…
Involucri vuoti
Come gusci di conchiglie
Mi passano davanti
Lanciandomi sguardi vitrei,
Sospirando ad ogni passo
Ricordandomi quando un tempo,
Invece, gemevo con un angelo
Ma era prima che svendessi
Tutto al gran mercato generale
Delle occasioni perse.
“Rimpiango il passato,
Sfuggo al presente,
Temo il futuro.”
Quanti sogni gettati
Per paura di viverli,
Più facile cederli
Per certezze castranti.
Ancora un altro sospiro,
Sfugge al mio tiepido controllo,
S’incammina per incontrare
Altri sconsolati soffi di vita
Che come lui seccano
Al sole malato del conformismo.
(Illustrazione di Alessandra)
Come gusci di conchiglie
Mi passano davanti
Lanciandomi sguardi vitrei,
Sospirando ad ogni passo
Ricordandomi quando un tempo,
Invece, gemevo con un angelo
Ma era prima che svendessi
Tutto al gran mercato generale
Delle occasioni perse.
“Rimpiango il passato,
Sfuggo al presente,
Temo il futuro.”
Quanti sogni gettati
Per paura di viverli,
Più facile cederli
Per certezze castranti.
Ancora un altro sospiro,
Sfugge al mio tiepido controllo,
S’incammina per incontrare
Altri sconsolati soffi di vita
Che come lui seccano
Al sole malato del conformismo.
(Illustrazione di Alessandra)
Pubblicato da DISSIDENTE alle 20:42 1 commenti
DIVINA LOTTERIA (02/02/2008)
Stacco il numerino
E m’infilo ordinato
Nella fila grigia
Per insultare ciò ch’è strambo,
Vecchio, putrescente; sperando
Di dissacrare per un attimo,
Agli occhi della ragione,
Il mio triste essere umano
Ed Aver meno paura (certamente)
Di ciò che i simili miei
Faranno delle ossa mie
Quando arbitrariamente il buon Dio
Estrarrà il mio bussolotto
Alla lotteria delle Gogne.
E m’infilo ordinato
Nella fila grigia
Per insultare ciò ch’è strambo,
Vecchio, putrescente; sperando
Di dissacrare per un attimo,
Agli occhi della ragione,
Il mio triste essere umano
Ed Aver meno paura (certamente)
Di ciò che i simili miei
Faranno delle ossa mie
Quando arbitrariamente il buon Dio
Estrarrà il mio bussolotto
Alla lotteria delle Gogne.
Pubblicato da DISSIDENTE alle 15:37 0 commenti
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