Poco alla volta le pecore,
Procedendo col loro noioso belare ,
Tornano nel recinto
Sospinte dall'arrogante comandare
Procedendo col loro noioso belare ,
Tornano nel recinto
Sospinte dall'arrogante comandare
Del cagnolino di turno
Che nonostante tutto questo affanno
Non sarà mai
Il padrone di quel recinto,
Il suo pelo è ispido di bramosia,
Ma le sue orecchie sono colme d'assordante remissività.
Le stagioni passano sulle teste
Del nostro smarrito gregge,
I cani si sono susseguiti
Come boriose malattie
Ed ora contiamo le croci piantate nella terra,
Mentre grassi padroni, nascosti,
Deridono il mare gli alberi
E guardano smaniosi il cosmo…
Che nonostante tutto questo affanno
Non sarà mai
Il padrone di quel recinto,
Il suo pelo è ispido di bramosia,
Ma le sue orecchie sono colme d'assordante remissività.
Le stagioni passano sulle teste
Del nostro smarrito gregge,
I cani si sono susseguiti
Come boriose malattie
Ed ora contiamo le croci piantate nella terra,
Mentre grassi padroni, nascosti,
Deridono il mare gli alberi
E guardano smaniosi il cosmo…
2 commenti:
...alla fine, inconsapevolmente (o no?) siamo tutti nelle mani di qualcuno che ci manovra per il proprio interesse...e chi crede di essere al vertice di questa piramide del potere scopre invece di essere una marionetta come tutti gli altri...grande tema...
baci
Ali
ps: ancora auguri!
ma va.. il pecoraio matto
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