martedì 22 gennaio 2008

DERUBATI DELLA PAURA (22/01/2008)


Poggio la testa sul braccio
Nascondendomi dallo sguardo
Perentorio del mondo sogghignante,
Cosa c’è che non trovo?
Ma sì è la paura!
Paura di rischiare,
Sento che potrei morire fra poco
Ma ho ancora un terrore incatenate
E non posso respirare
Fuori dal loro controllo.

M’incammino ben allineato
Sbarbato e pettinato a dovere,
Gli occhi fissi e vuoti
Denotano i lascivi tratti
Del mio ego inesistente
Perlopiù affittato o preso in prestito.

“A cosa può servire la passione
Quando è morta?”

Non ho paura, non sono vivo:
Bene sono solo nell’illusione di un tutto fittizio
Creato da un abile prestigiatore
M’inganno battito dopo battito
Di poter raggiungere uno scopo comune
Ma distolgo in continuazione lo sguardo
Dal buco che ho nel petto.

“Così non mi libererò mai!”

Riprendo a rimescolare le carte
Partite che durano istanti
Vite che non valgono una partita,
Dove sta la linea di demarcazione?
Vibro il colpo assestandolo
Nel punto che loro più proteggono
…I soldi cadono copiosi
Sono laghi sono mari sono oceani insensati!
Perdendo la loro consistenza cedono,
Ora posso riagguantare la mia paura!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao caro,
come premettevi tu è difficile da decifrare...
ho colto che "l'uomo" vive una situazione di staticità disarmante...non riesce a liberarsi dal conformismo che lo circonda...e che lo penetra...è inerme e inerte nello stesso tempo...
per quanto riguarda la seconda parte, bello l'accostamento a una partita a carte!

Yeah, beiba!

baci Ali

alê ha detto...

questa poesia è proprio la vita del mio amico a san paolo....spero che non sia anche la mia quando ci andrò...
abbraccio, mazz.